
“Ho trovato davanti a me persone capaci ed altrettante che non avevano mai usato un pennello. É stata decisamente un’avventura. Oggi, con immenso entusiasmo, sono orgogliosa di presentare la loro seconda esposizione”.
Queste lusinghiere espressioni appartengono a Maddalena Cecutti, l’esperta che segue da oltre tre anni l’attività dei laboratori di disegno e pittura organizzati, assieme a quello di fotografia, da Buonavia Odv per persone over 65: il 23 settembre 2024 è iniziato il terzo progetto, finanziato dal Comune di Udine e denominato: L’arte: una strada per il benessere.
A Maddalena Cecutti fa immediatamente eco Giorgio Zuppello, responsabile del laboratorio di fotografia: “Siete stati bravissimi, avete fatto un ottimo lavoro. Sono orgoglioso di voi”.
Ma di che si tratta? A che cosa si riferiscono le parole pronunciate dagli esperti dei laboratori “artistici”?
Occorre fare un passo indietro e riandare a lunedì 20 gennaio scorso, giorno in cui, con il laboratorio di disegno, è ripresa l’attività dopo la sospensione dovuta alle festività natalizie ed al secondo laboratorio di iconografia. Agli iscritti presenti in quella mattinata, Maddalena Cecutti si rivolge con questa proposta: il 14 febbraio, com’è noto, ricorre la festa di S. Valentino, particolarmente sentita e tradizionalmente celebrata nel Borgo Pracchiuso, dove si trovano la Basilica delle Grazie e la sede dei laboratori di Buonavia. Perché, dunque, non trarre ispirazione dalla festa e dal contesto in cui si svolge per realizzare delle opere da esporre in quei giorni nel Chiostro della Basilica?
Detto, fatto! Come già ampiamente dimostrato, questi allievi sono aperti ad ogni sfida, desiderano misurarsi con ogni nuova proposta, senza anteporre perplessità, titubanze, o evidenziare innanzitutto problemi ed ostacoli, accampare scusanti e pretendere assicurazioni. Manca meno di un mese? Certo si tratta di una difficoltà oggettiva, tuttavia, con l’aiuto della maestra e dedicandosi con l’impegno necessario, senza lesinare tempo ed energie, è possibile farcela. Così, ognuno sceglie uno scorcio del Chiostro o un elemento caratteristico attinente alla festa di S. Valentino e si lancia nell’impresa.

La stessa proposta, ampliata nel contenuto, viene riportata agli iscritti al laboratorio di fotografia, ai quali viene consigliato di rappresentare non solo il Chiostro nei suoi vari elementi ed i tradizionali simboli di S. Valentino, ma anche via Pracchiuso con i suoi negozi, i bar, le botteghe artigianali e tutto ciò che fa parte della vita di un luogo tra i più caratteristici e ricchi di tradizioni della nostra città. Anche in questo caso, nessuna obiezione da parte dei fotografi ma, al contrario, un’adesione entusiastica ed incondizionata.
Sono state settimane impegnative, in cui nessuno si è risparmiato, ma come sempre accade quando si ama ciò che si fa, sulla fatica sono prevalsi la curiosità di esplorare nuovi contenuti, l’orgoglio di esporre in pubblico le proprie opere, la serenità di un luogo in cui si fondono armonicamente impegno e buonumore.
Naturalmente, terminato di dipingere, di disegnare, di fotografare, l’attività non si è conclusa. Rimaneva, infatti, da svolgere un compito più prosaico, ma non meno importante e cioè l’allestimento della Mostra che, come già sperimentato nel giugno scorso in occasione della prima esposizione delle opere realizzate dai partecipanti all’Atelier di Buonavia, richiede tempo ed una miriade di svariate operazioni. É stato bello vedere all’opera insieme, senza distinzioni di categorie, insegnanti ed allievi, organizzatori, collaboratori e volontari. Alla fine, come da programma, giovedì 13 febbraio, vigilia di S. Valentino, le opere comprendenti 15 quadri e 31 fotografie sono state collocate sugli appositi espositori predisposti nel Chiostro della Basilica delle Grazie, precedute da una bellissima locandina di presentazione realizzata, ovviamente, da uno dei partecipanti al laboratorio di pittura.

La sequenza delle tele e delle foto catturano immediatamente l’attenzione per la familiarità dei contenuti con l’ambiente circostante (chiostro, festa e quartiere): in particolare, i dipinti che hanno come oggetto il Chiostro, propongono gli archi, le volte, i corridoi, gli androni, le lunette con le immagini e, addirittura, con le scritte in latino, lasciando trasparire la luce che, insinuandosi dalle porte e dalle arcate fra le colonne, illumina e fa risaltare i particolari: ne deriva un senso di serenità e di pace che solo il richiamo al sacro riesce ad infondere.
La serie delle foto impressiona, invece, per la varietà e la ricchezza degli argomenti trattati soprattutto per quanto riguarda la vita del borgo che emerge in tutta la sua vivacità ed autenticità negli oggetti, negli animali, nei volti, nei gesti e nelle diverse attività quotidiane: uno spaccato di vita semplice ed autentica come raramente è possibile cogliere oggi nelle città. L’attività fotografica ha permesso, inoltre, un contatto non formale ma genuino e cordiale con molti dei protagonisti della vita di via Pracchiuso, che sono stati felici ed orgogliosi di essere stati ripresi e riconosciuti dai conoscenti che hanno visitato l’esposizione.
Nella classica fotografia, davanti alla Mostra, i volti dei pittori trasmettono oltre il consueto entusiasmo, una tranquilla, chiara consapevolezza di un altro traguardo raggiunto nella propria realizzazione umana e nei rapporti interpersonali. Qual è il segreto? Nessun segreto, né tanto meno ricette. Basta lasciarsi stupire dalla realtà intorno a noi ed assecondare lo sconfinato desiderio di bellezza del nostro cuore.
L. C.
